Uno dei più grandi artisti della storia, Giotto fu colui che per primo rivoluzionò la realizzazione dei personaggi in un quadro facendo in modo che essi non seguissero più l’ideale delle miniature medievali ma assumessero un loro volto, delle loro emozioni. Tuttavia le notizie circa la sua vita sono poche e incerte, anche solo quelle riguardanti la sua famiglia. Per esempio, alcuni suppongono che sia nato da una famiglia contadina, mentre altri hanno sostenuto che fosse figlio di un fabbro. Anche la data stessa non è sicura, però si ritiene che egli sia nato nel 1267 a Colle di Vespignàno, nell’attuale comune italiano di Vicchio della città metropolitana di Firenze, situato nella valle del Mugello, in Toscana. Una minoranza tende a porre la sua data di nascita nel 1276, secondo la cronologia che nella seconda metà del XVI secolo offrì Vasari nella biografia dedicata all’artista.

Incerte sono anche le informazioni sulla sua prima formazione, ma si può affermare con sicurezza che è stato allievo di Cimabue, con cui ha collaborato alla realizzazione di alcune opere come gli affreschi del ciclo di Assisi nella Chiesa Superiore della basilica francescana di Assisi nel 1290.

Viene invece considerata come una leggenda il fatto che il maestro abbia scoperto le sue abilità osservandolo disegnare su una pietra piatta una delle pecore che stavano portando al pascolo, così come altri episodi legati alla vita che conduceva con il maestro e che sono stati riportati sempre dal Vasari nel suo testo, come quello secondo cui Giotto fosse in grado di disegnare una perfetta circonferenza senza l’aiuto del compasso.

Nel 1280 compì un viaggio a Roma molto importante per la sua formazione, in quanto viene a contatto con la pittura e i mosaici del IV e V secolo, nonché con gli artisti Pietro Cavallini, Arnolfo, Jacopo Torriti e Filippo Rusuti.

Nel 1287 si sposò con Ciuta (Ricevuta) di Lapo del Pela. Ebbero quattro figlie e quattro figli, dei quali uno, Francesco, divenne pittore.

Tra il 1290 e il 1296 collaborò con Cimabue alla realizzazione del già citato Ciclo di Assisi nella Chiesa Superiore della basilica di San Francesco, per poi tornare nel 1300 a Roma in occasione del Giubileo, ma di questo periodo non sono state rinvenute fonti.

Da qui in poi compie diversi viaggi, di cui i più importanti sono il soggiorno a Padova, dove tra il 1304 e il 1306 affrescò la cappella degli Scrovegni, quello a Napoli presso Roberto d’Angiò e quello a Milano presso i Visconti, ma anche di questo periodo, come per quello romano, non sono state rinvenute fonti alcune.

portante è l’affido del cantiere di Santa Maria del Fiore nel 1334 a Firenze, dove morì l’8 Gennaio di tre anni dopo. La sua figura venne ben stimata persino dalle tre corone fiorentine.

La poetica

Come già sottolineato, Giotto fu colui che per primo diede un volto espressivo ai personaggi, emozioni che vengono sottolineate anche dai gesti delle figure stesse. Non dipinse più in greco, ma in latino, rompendo così la tradizione della pittura bizantina che sino ad allora era stata seguita. Utilizzò una nuova prospettiva e in modo diverso i colori, riuscendo anche attraverso la tecnica del chiaroscuro a dare nuovo volume ai personaggi, che vengono rappresentati con una nuova libertà di movimento rispetto a quelli della tradizione precedente. Cambiò anche il modo di rappresentare gli spazi, che divennero più tridimensionali e verosimili, inoltre introdusse l’uso del colore azzurro per la realizzazione del cielo. Le rappresentazioni stesse diventano più verosimili, semplici e naturali. Riassumendo, i punti su cui verge la sua poetica sono:

  • Un nuovo uso del colore.
  • Una nuova realizzazione dei personaggi e degli spazi.
  • Un nuovo uso della prospettiva.

Nicoletta Lamperti

 

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